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LA TAMMORRA

Viene detta anche tammurro; è un grosso tamburo a cornice con la membrana di pelle seccata di un animale ( quasi sempre capra o pecora) tesa su telaio circolare di legno al quale sono fissati, a coppie, dischetti di metallo detti "cicere" oppure " cimbale". Il suo diametro è in genere compreso tra i 35 e i 65 centimetri.
Il telaio sopra il quale è stesa la pelle viene impugnato dal basso dalla mano sinistra, mentre la destra la percuote ritmicamente;
il modo di impugnare la tammorra è importante anche da un punto di vista rituale, accade, infatti, che quando lo strumento è impugnato con la mano sinistra e percosso con la destra si dice che viene suonato nella maniera " maschile ". All'opposto, invece, si dice che viene suonato nella maniera " femminile " e ciò perché il lato destro è identificato nelle antiche culture con l'idea dell'uomo, mentre il lato sinistro con l'idea della donna. L'inversione dell'impugnatura dello strumento indica un rovesciamento dei segni del rituale.
La tammorra accompagna sia il canto che il ballo tradizionale ed è usata da sola o con altri strumenti percussione, quali le castagnette.
La forma musicale, ad andamento essenzialmente binario, dallo strumento deriva il nome di "tammorriata" o anche di" canzone ncopp o' tamburo ". A tale struttura ritmica corrisponde una particolare scansione metrica di sei versi, di 11 sillabe, che durante il canto subisce però modifiche sia nel numero delle sillabe,che nell'organizzazione.
Molto complessa è la tecnica usata per suonare questo strumento poiché richiede qualità musicali e ritmiche non comuni accompagnate, inoltre, da una resistenza fisica notevole poiché lo strumento dev'essere spesso suonato per delle ore senza che il musicista possa cedere nella costanza del titolo; critica è, ad esempio, la posizione da tenere per equilibrare il peso e lo strumento in modo da non affaticare eccessivamente il braccio. Non esiste, in proposito, una regola generale in quanto ogni suonatore trova una sua maniera per equilibrarsi costruendo una tecnica alla quale partecipa tutto il fisico.
La tammorra non va confusa con il tamburello napoletano che è molto più piccolo con i cembali di ottone e non di latta.

IL TRICCABBALLACCHE

E' composto da tre martelletti di legno fissati in basso in una base anch'essa di legno.
Il martello centrale è fisso, mentre quelli laterali sono mobili ed incernierati alla base.
Lo strumento è suonato impugnando nelle due mani i martelli laterali mobili e battendoli ritmicamente contro quello centrare fisso.

 

LE CASTAGNETTE
Sono più conosciute con il nome di nacchere e costituiscono uno strumento ritmico formato da una coppia di piccoli elementi di legno tra loro simmetrici ed a forma di conchiglia, tenuti assieme da una cordicella. Chiusi,assumono la forma di una castagna da cui derivano, appunto, il nome. Lo strumento è suonato da coloro che ballano la tammorriata ed anche per esse si distingue tra una castagnetta "maschio"impugnata nella mano destra e "femmina" impugnata nella sinistra.

IL PUTIPU'
E' sicuramente lo strumento tradizionale napoletano più originale e divertente in quanto produce un suono che ha il sapore di irriverenza.
Detto anche"caccavella" è composto da una pentola di terracotta o di una vecchia scatola di latta tonda ricoperta da un lato di una pelle. Al centro di quest'ultima è legata l'estremità di una canna. Il suono è prodotto inumidendo la mano e facendola scorrere lungo la canna. Lo sfregamento produce delle vibrazioni nella pelle che vengono amplificate nella sottostante pentola o scatola che funge da cassa armonica.